A Trento l'economia fa bene all'economia. Mancano i dati certi e, ad oggi, nessuno ha ancora stimato l'indotto complessivo dell'evento, il festival dell'Economia organizzato dal Sole-24 Ore, al via domani con termine il 2 giugno. Si ragiona quindi solo per settori, con business definiti, ma con riscontri immediati e spesso oltre le aspettative. Solo la ricezione, ad esempio, frutterà alla città qualcosa come 260mila euro. «Si tratta di una cifra di massima – precisa Carlo Guardini, direttore dell'Apt di Trento – ottenuta moltiplicando i 1.500 posti letto a disposizione in città per circa 74 euro (la cifra è stata definita dall'ultima ricerca del Servizio statistico provinciale ed è la spesa media giornaliera per turista, ndr)». Ipotizzando il tutto esaurito, come ribadiscono gli operatori, e una media di due notti di soggiorno a persona. A Trento sono dislocati una quindicina di alberghi, perlopiù a tre e quattro stelle, già ampiamente occupati da ospiti e relatori. Il 40% delle prenotazioni è a carico dall'Apt, che gestisce almeno una decina di contatti al giorno. «Un pacchetto medio – spiega Guardini – per tre notti in bed and breakfast vale 169 euro a persona e comprende anche la Trento card, valida 48 ore. Ma la componente cittadina e provinciale del Festival è molto forte. E il vero business, non c'è dubbio, lo facciamo d'estate».
Ecco dunque che più che la ricezione, per stimare un dato reale, converrebbe sondare le strutture di ristorazione e commercio. A pensarci quest'anno sarà il Comune di Trento che, in collaborazione con l'Università locale, ha messo a punto un sistema per misurare la ricaduta economica dell'evento in città. La rilevazione utilizza il sistema di lettura Trento card, per cui basterà che il turista passi davanti ai punti di rilevazione per fotografare il suo comportamento. Nel progetto, in partenza domani, saranno coinvolti 500 ospiti, 10 musei, 18 ristoranti e 20 punti vendita. Si tratta però, va sottolineato, di una ricerca di mercato. «Questo è un sistema che calcola lo spostamento delle persone non le loro spese», precisa Mariangela Franch, capofila del progetto e docente all'Università di Trento. «Non esiste ancora un metodo per rilevare l'impatto economico – aggiunge Franch – ma non dobbiamo scordare le caratteristiche del target: e chi viene al Festival non arriva per fare shopping ma per seguire l'evento». «Questo non è un evento nato per creare indotto ma immagine – chiarisce l'assessore provinciale all'Innovazione, Gianluca Salvatori -. È un format che si basa sull'attivazione di un intero territorio per dare un'iniezione di idee, stimolare un dibattito culturale alto in grado però di coinvolgere i cittadini, non solo i professionisti».
Obiettivo centrato, viene da rispondere. Secondo l'indagine Ipsos che ha tratteggiato l'identikit del "popolo dello scoiattolo" (ovvero degli appassionati che una volta l'anno si accalcano nelle sale e nelle piazze della città) uno spettatore su due non ha più di 34 anni, e per il 35% si tratta di studenti. Il 33% risiede a Trento e il 30% proviene dai Comuni limitrofi, mentre il 37% viene da fuori provincia. A vincere, nella comunicazione, è il passaparola: circa l'80% del campione ha infatti consigliato ad amici di «andare al Festival». E molti sono già fidelizzati: per la maggior parte dei casi chi è venuto per la prima edizione, è tornato alla seconda. E chi c'era l'anno scorso, farà una tappa anche quest'anno. E forse, anche dopo il 2 giugno.
